Fonte: ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO
Corretta alimentazione: ''la scienza nel piatto''
Le buone regole a tavola permettono di agire preventivamente.
Fonte: ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO
http://www.airc.it/prevenzione-del-tumore/corretta-alimentazione-ingredienti.asp
È importante aumentare l’apporto di vegetali in generale, sia crudi sia cotti, ma anche sotto forma di succhi e centrifugati.
Per una dieta equilibrata è necessario consumare almeno cinque porzioni tra vegetali e frutta ogni giorno e privilegiare la varietà. Per porzione si intende una quantità pari circa a una tazza da tè.
Tra i benefici dei vegetali possiamo indicare:
- l’apporto di fibre, che facilita il transito intestinale e protegge dal cancro del colon;
- l’apporto di vitamine antiossidanti (contenute specialmente nei vegetali più intensamente verdi);
- minerali come il potassio (che contribuisce alla conservazione della massa ossea, mantiene bassa la pressione e previene la formazione dei calcoli renali).
Per aumentare il consumo di vegetali è utile abituarsi a sceglierli anche come spuntino e ad aggiungerli ai vari piatti (per esempio ai sughi per la pasta, alla lasagne, ai ripieni delle torte salate).
Per una dieta equilibrata è necessario consumare almeno cinque porzioni tra vegetali e frutta ogni giorno e privilegiare la varietà. Per porzione si intende una quantità pari circa a una tazza da tè.
Tra i benefici dei vegetali possiamo indicare:
- l’apporto di fibre, che facilita il transito intestinale e protegge dal cancro del colon;
- l’apporto di vitamine antiossidanti (contenute specialmente nei vegetali più intensamente verdi);
- minerali come il potassio (che contribuisce alla conservazione della massa ossea, mantiene bassa la pressione e previene la formazione dei calcoli renali).
Per aumentare il consumo di vegetali è utile abituarsi a sceglierli anche come spuntino e ad aggiungerli ai vari piatti (per esempio ai sughi per la pasta, alla lasagne, ai ripieni delle torte salate).
CORRETTA ALIMENTAZIONE: OGNI ALIMENTO HA LE SUE PROPRIETA'
IL POMODORO

Le loro proprietà anticancro sono legate soprattutto alla presenza di una molecola, il licopene, un pigmento responsabile del suo colore.
Il licopene è una molecola che può essere efficace nella prevenzione del cancro della prostata, come dimostrato in alcuni studi di laboratorio su colture cellulari, ma anche in studi epidemiologici (Italia, Spagna e Messico, tre Paesi dove la salsa di pomodoro la fa da padrona nell’alimentazione quotidiana, hanno tassi di cancro prostatico inferiori a quelli dei Paesi del nord Europa o degli Stati Uniti).
Il meccanismo di azione del licopene non è ancora del tutto noto, ma è certo che si tratta di un potente antiossidante.
Il licopene è una molecola che può essere efficace nella prevenzione del cancro della prostata, come dimostrato in alcuni studi di laboratorio su colture cellulari, ma anche in studi epidemiologici (Italia, Spagna e Messico, tre Paesi dove la salsa di pomodoro la fa da padrona nell’alimentazione quotidiana, hanno tassi di cancro prostatico inferiori a quelli dei Paesi del nord Europa o degli Stati Uniti).
Il meccanismo di azione del licopene non è ancora del tutto noto, ma è certo che si tratta di un potente antiossidante.
BROCCOLI, CAVOLI E CAVOLFIORI

Considerate verdure povere e non molto apprezzate dalla maggior parte delle persone, i cavoli e le crucifere (broccoli e cavolfiori) costituiscono una vera barriera anticancro. Fin dall’antichità queste piante sono state coltivate per le loro virtù medicinali. Gli studi epidemiologici sull’alimentazione e il rischio di tumori dimostrano che è al consumo di cavoli che va attribuita una gran parte delle proprietà protettive delle diete ricche di verdure e frutta: chi consuma cinque o più porzioni la settimana di cavoli vede il proprio rischio di cancro alla vescica dimezzarsi, così come accade nel caso del cancro del seno (lo dimostra uno studio su donne cinesi, e ciò indipendentemente dalle proprietà anticancro della soia).
Studi favorevoli al consumo di crucifere riguardano anche il cancro del polmone, del colon-retto e della prostata. Responsabili della maggior parte di questi effetti benefici sarebbero i glucosinolati. Queste molecole, nel corso della masticazione che rompe la parete delle cellule vegetali, si mescolano ad altre sostanze, tra cui un enzima, la mirosinasi, che induce la produzione di una potente molecola anticancro, il sulforafano. In sostanza, nel vegetale intero le sostanze benefiche sono allo stato latente e solo la masticazione provoca la loro attivazione e il loro rilascio.
La scoperta di questo processo ha anche altre conseguenze pratiche: se si cuoce il cavolo a lungo, la mirosinasi viene degradata. Ugualmente una cottura di dieci minuti in abbondante acqua riduce di metà la quantità di isotiocianati liberata durante la masticazione. È possibile che un enzima contenuto all’interno dell’intestino umano possa fare le veci di quello distrutto dalla cottura, ma è certo che le cotture al vapore o al salto per pochi minuti sono le più salutari. Altro elemento da considerare è il congelamento: i prodotti congelati vengono spesso (sbollentati) ad alta temperatura prima di essere congelati, e anche questo procedimento può ridurne l’apporto nutritivo (mentre ciò non accade per altri tipi di vegetali).
Il sulforafano contiene al suo interno una molecola di zolfo, responsabile del caratteristico odore di cavolo. Quello contenuto nei broccoli e nei cavoletti di Bruxelles ha proprietà particolarmente potenti: aumenta la velocità di detossificazione dell’organismo, accelera l’apoptosi delle cellule mutate, è un battericida capace di interferire con lo sviluppo dell’Helicobacter pylori, batterio corresponsabile dell’ulcera e del cancro gastrico. Questi vegetali hanno quindi un posto da re nella famiglia dei cavoli e sul tavolo di chi vuole mangiar sano.
Studi favorevoli al consumo di crucifere riguardano anche il cancro del polmone, del colon-retto e della prostata. Responsabili della maggior parte di questi effetti benefici sarebbero i glucosinolati. Queste molecole, nel corso della masticazione che rompe la parete delle cellule vegetali, si mescolano ad altre sostanze, tra cui un enzima, la mirosinasi, che induce la produzione di una potente molecola anticancro, il sulforafano. In sostanza, nel vegetale intero le sostanze benefiche sono allo stato latente e solo la masticazione provoca la loro attivazione e il loro rilascio.
La scoperta di questo processo ha anche altre conseguenze pratiche: se si cuoce il cavolo a lungo, la mirosinasi viene degradata. Ugualmente una cottura di dieci minuti in abbondante acqua riduce di metà la quantità di isotiocianati liberata durante la masticazione. È possibile che un enzima contenuto all’interno dell’intestino umano possa fare le veci di quello distrutto dalla cottura, ma è certo che le cotture al vapore o al salto per pochi minuti sono le più salutari. Altro elemento da considerare è il congelamento: i prodotti congelati vengono spesso (sbollentati) ad alta temperatura prima di essere congelati, e anche questo procedimento può ridurne l’apporto nutritivo (mentre ciò non accade per altri tipi di vegetali).
Il sulforafano contiene al suo interno una molecola di zolfo, responsabile del caratteristico odore di cavolo. Quello contenuto nei broccoli e nei cavoletti di Bruxelles ha proprietà particolarmente potenti: aumenta la velocità di detossificazione dell’organismo, accelera l’apoptosi delle cellule mutate, è un battericida capace di interferire con lo sviluppo dell’Helicobacter pylori, batterio corresponsabile dell’ulcera e del cancro gastrico. Questi vegetali hanno quindi un posto da re nella famiglia dei cavoli e sul tavolo di chi vuole mangiar sano.
CIPOLLA, AGLIO & CO.

Anche l’aglio, la cipolla e le altre piante di questa famiglia (erba cipollina, porri, scalogno) contengono molecole di zolfo, come i cavoli.
E come per i cavoli, le molecole attive compaiono solo quando le cellule vengono rotte e il loro contenuto si mescola: è quanto accade, per esempio, quando si taglia una cipolla, ed è la ragione per cui nessuno lacrima davanti a un pacco di cipolle intere ma basta tagliarne qualche fettina per cominciare a piangere!
Nel caso dell’aglio, che contiene l’alliina, un enzima, l’allinasi, provoca, quando la pianta viene tagliata o masticata, la formazione dell’allicina, che a sua volta si trasforma in ajoene, diallilsulfi de e diallil-disulfi de. Queste tre molecole hanno importanti proprietà biologiche, in particolare a protezione del DNA. Sono infatti in grado di bloccare la formazione delle nitrosamine, potenti alteratori dell’informazione genetica e, di conseguenza, cancerogene.
Il diallisulfi de avrebbe anche la capacità di indurre l’apoptosi delle cellule cancerogene e di interferire con la produzione di determinate proteine nelle cellule maligne, responsabili della comparsa di resistenze alle chemioterapie. Dal punto di vista pratico è utile ricordare che solo aglio e cipolle fresche hanno proprietà anticancro, perché i supplementi contengono soltanto i precursori delle molecole attive, ma non gli enzimi necessari alla loro trasformazione
E come per i cavoli, le molecole attive compaiono solo quando le cellule vengono rotte e il loro contenuto si mescola: è quanto accade, per esempio, quando si taglia una cipolla, ed è la ragione per cui nessuno lacrima davanti a un pacco di cipolle intere ma basta tagliarne qualche fettina per cominciare a piangere!
Nel caso dell’aglio, che contiene l’alliina, un enzima, l’allinasi, provoca, quando la pianta viene tagliata o masticata, la formazione dell’allicina, che a sua volta si trasforma in ajoene, diallilsulfi de e diallil-disulfi de. Queste tre molecole hanno importanti proprietà biologiche, in particolare a protezione del DNA. Sono infatti in grado di bloccare la formazione delle nitrosamine, potenti alteratori dell’informazione genetica e, di conseguenza, cancerogene.
Il diallisulfi de avrebbe anche la capacità di indurre l’apoptosi delle cellule cancerogene e di interferire con la produzione di determinate proteine nelle cellule maligne, responsabili della comparsa di resistenze alle chemioterapie. Dal punto di vista pratico è utile ricordare che solo aglio e cipolle fresche hanno proprietà anticancro, perché i supplementi contengono soltanto i precursori delle molecole attive, ma non gli enzimi necessari alla loro trasformazione
I FRUTTI DI BOSCO

More, mirtilli, lamponi, fragole, ribes: tutti questi frutti sono apprezzati più per il loro aroma particolare che per le loro proprietà nutrizionali. Eppure ognuno di loro contiene un elemento potenzialmente utile alla salute. Lamponi e fragole sono ricchi di acido ellagico (contenuto in gran quantità anche nel melograno, che non è un frutto di bosco).
Si tratta di uno dei membri della più volte citata famiglia dei polifenoli: in laboratorio, colture di cellule cancerose vengono rallentate nella crescita dall’addizione di acido ellagico in concentrazioni elevate. Alla base del fenomeno ci sarebbe la capacità antiossidante di questa molecola: fragole e lamponi proteggono il DNA cellulare dalle mutazioni, impedendo alle sostanze cancerogene di reagire con esso. Altri studi, condotti in Canada, Paese particolarmente ricco di frutti rossi, dimostrerebbero anche proprietà antiangiogeniche dell’acido ellagico: ciò significa che sarebbe in grado di impedire alle cellule tumorali di creare nuovi vasi sanguigni per nutrirsi.
I mirtilli, i lamponi e i cranberry (mirtillo rosso americano, diffuso in Italia soprattutto secco o sotto forma di succo) sono ricchissimi di antocianidine, sostanze della famiglia dei polifenoli, con proprietà antiossidanti e antiangiogeniche. Le proprietà antiossidanti dei frutti di bosco superano di gran lunga quelle degli altri vegetali: i mirtilli sono in testa, seguiti dai lamponi, dalle fragole e dal cranberry. È importante ricordare che il congelamento non altera, se non in minima parte, le proprietà nutritive di questi frutti, che possono così essere consumati tutto l’anno.
Si tratta di uno dei membri della più volte citata famiglia dei polifenoli: in laboratorio, colture di cellule cancerose vengono rallentate nella crescita dall’addizione di acido ellagico in concentrazioni elevate. Alla base del fenomeno ci sarebbe la capacità antiossidante di questa molecola: fragole e lamponi proteggono il DNA cellulare dalle mutazioni, impedendo alle sostanze cancerogene di reagire con esso. Altri studi, condotti in Canada, Paese particolarmente ricco di frutti rossi, dimostrerebbero anche proprietà antiangiogeniche dell’acido ellagico: ciò significa che sarebbe in grado di impedire alle cellule tumorali di creare nuovi vasi sanguigni per nutrirsi.
I mirtilli, i lamponi e i cranberry (mirtillo rosso americano, diffuso in Italia soprattutto secco o sotto forma di succo) sono ricchissimi di antocianidine, sostanze della famiglia dei polifenoli, con proprietà antiossidanti e antiangiogeniche. Le proprietà antiossidanti dei frutti di bosco superano di gran lunga quelle degli altri vegetali: i mirtilli sono in testa, seguiti dai lamponi, dalle fragole e dal cranberry. È importante ricordare che il congelamento non altera, se non in minima parte, le proprietà nutritive di questi frutti, che possono così essere consumati tutto l’anno.